La pergamena purpurea

Un’altra caratteristica particolare del Libro d’Ore Durazzo sono le pagine tinte di porpora, recupero di una tradizione classica che risale all’impero romano. Anche a Bisanzio la cancelleria imperiale fece grande uso di codici purpurei, sui quali si scriveva con lettere d’oro e d’argento, mentre in Occidente, nell’Alto Medioevo, tale privilegio toccò ai testi liturgici. Con fogli di pergamena purpurea furono realizzati anche alcuni codici greci di area siriaca del V e VI secolo come il Codex Purpureus Rossanensis di Rossano Calabro. Nei codici purpurei, tuttavia, il colore originario tende col tempo a virare verso il violetto.

Esempio di pergamena
Esempio di pergamena


In origine e oggi
In origine e oggi


Il facsimile riproduce fedelmente e in ogni suo aspetto la legatura originale in argento cesellato, sbalzato e parzialmente dorato. Completano la legatura due fermagli con piccoli rubini al centro.

Il misterioso collezionista ritratto dal Parmigianino nel 1523 stringe nella mano sinistra il Libro d'Ore Durazzo.

Ogni codice miniato è "unicum" fragile e delicato gelosamente custodito nel deposito di una biblioteca e quindi inaccessibile al pubblico e spesso anche agli studiosi. Per questo nascono le edizioni in facsimile. Tesori sommersi, riportati alla luce per tutti coloro che amano il bello e apprezzano il piacere della cultura.