Un’altra caratteristica particolare del Libro d’Ore Durazzo sono le pagine tinte di porpora, recupero di una tradizione classica che risale all’impero romano. Anche a Bisanzio la cancelleria imperiale fece grande uso di codici purpurei, sui quali si scriveva con lettere d’oro e d’argento, mentre in Occidente, nell’Alto Medioevo, tale privilegio toccò ai testi liturgici. Con fogli di pergamena purpurea furono realizzati anche alcuni codici greci di area siriaca del V e VI secolo come il Codex Purpureus Rossanensis di Rossano Calabro. Nei codici purpurei, tuttavia, il colore originario tende col tempo a virare verso il violetto.